Monte Guglielmo: escursione suggestiva a caccia di fate e folletti

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Un paesaggio che ha del soprannaturale nel già suggestivo e struggente territorio del Lago d’Iseo

 

Alcuni luoghi più di altri sanno suggestionare e colpire il passante per la loro peculiarità. È quello che succede nel percorso che porta a monte Guglielmo, nel bresciano, in particolare a nord del lago d’Iseo.

Il monte, importante e maestoso, che sovrasta questa zona non è il solo elemento di attrazione di uno dei luoghi più impattanti della Lombardia. I boschi, che dal comune di Zone si estendono fino alla cima, si caratterizzano per la presenza di una formazione rocciosa di particolare bellezza. Frutto dell’erosione dell’acqua nel corso dei millenni, questa località viene definita Piramidi ed è noto anche con il suggestivo nome di Camini delle Fate. E di un’entità soprannaturale sembra effettivamente la dimora. Tanto che l’artista Luigi Zatti ha fatto diventare i boschi qui presenti, la casa dei suoi gnomi intagliati nel legno.

 

Zone, le piramidi, i dinosauri e gli gnomi

Il comune di Zone in provincia di Brescia si trova a nord del bellissimo lago d’Iseo. Seppure in apparenza non si direbbe, questo piccolo comune della bresciana con una popolazione di poco più di 1.000 abitanti riserva tante sorprese nel suo incredibile territorio.

Ricade in questo territorio la Riserva naturale della Regione delle Piramidi di terra. Con questa suggestiva espressione ci si rifà a un fenomeno geologico molto suggestivo e anche piuttosto raro che si può trovare in territori originariamente fluviali che nel corso delle ere geologiche è stato sottoposto a erosione. Il risultato di questo lento, incessante e progressivo lavorio del vento e dell’acqua è una formazione suggestiva che ricorda delle piramidi di roccia o, come negarlo, i camini delle case delle fate.

Con “Camini delle Fate” ci si riferisce a questa speciale formazione rocciosa presente in diverse aree del pianeta. Le più note sono quelle della Cappadocia in Turchia, o i canyon d’America. A Zone c’è uno dei quattro siti italiani in cui si possono osservare queste pittoresche formazioni di roccia.

Un sito geologico così antico riserva anche altri preziosi segreti. È recente, di poche decine di anni fa, la scoperta di un sito in cui sono visibili le impronte dei dinosauri. Nel 2008 sono state ritrovate settanta orme di grandi rettili arcosauri, gli antenati degli attuali coccodrilli, su un’estesa parete di roccia formatasi circa 220 milioni di anni fa nel Triassico superiore.

Non c’è da stupirsi che un luogo a così alto potenziale abbia solleticato la fantasia e la creatività degli artisti locali. I boschi intorno al paese sono stati decorati con le statue di legno dell’artista Luigi Zatti. Non solo gnomi e folletti, persino qualche Minion si è infiltrato tra le rappresentazioni che fanno parte del bosco e si possono incrociare lungo il sentiero che porta al monte Guglielmo.

 

Raggiungere il monte Redentore

La cima è nota anche col nome di Redentore per via della presenza del monumento al Cristo che sormonta la vallata dalla sua posizione privilegiata. Una statua imponente di 30 metri campeggia in vetta che si staglia coi suoi 1.957 metri d’altezza.

Gli appassionati di montagna che vogliono scalare la vetta possono decidere di trascorrere un breve periodo di meditazione a stretto contatto con la natura incontaminata. Dotati di attrezzatura da campeggio si può decidere di bivaccare se il tempo lo consente oppure si pernottare in uno dei rifugi montani presenti. Accessibili soprattutto nel periodo estivo, che va dalla primavera inoltrata fino all’inizio dell’autunno, i punti di accoglienza sono a gestione privata e carichi di grande fascino.

Si può scegliere di raggiungere il monte Guglielmo da Zone, Cimmo, Pisogne oppure da Pezzoro. Cambiano difficoltà e peculiarità del paesaggio, a seconda del percorso scelto sarà possibile godere di una migliore visuale sul sottostante panorama che si estende fino al lago e abbraccia tutta la vallata. Da monte Guglielmo i sentieri si diramano in direzioni diverse, questi quelli più battuti.

Da Zone, il sentiero parte dal cimitero e si prosegue lungo il corso del rio Valurbes. Lungo questo percorso e fino alla chiesa della Madonna del Disgiolo si incrociano i rilevamenti delle impronte di dinosauro. Il sentiero da seguire è il 234 del CAI. I punti di riferimento sono tracciati lungo il cammino, ma è bene tenere conto del pascolo prezzo la malga Aguina, che indica la direzione verso la sterrata che incontra una pozza, il sentiero 208. Quindi ci si arrampica verso lo sforzo finale che col sentiero 201 porta fino al rifugio Almici, la vetta è ormai dietro l’angolo a 20 minuti di cammino.

Da Cimmo il sentiero appare più lungo 16,2 km, ma premia il viandante perché decisamente il più panoramico e impegnativo. Il dislivello da superare è notevole, 1.150 metri, ma inferiore a quello che si deve affrontare partendo da Zone.

In paese sono presenti i cartelli che indicano la direzione da seguire per andare verso la montagna. Iniziato il sentiero, si dovranno poi seguire le indicazioni per la sorgente Campedei. Il monte si vede presto e guiderà il cammino, ma la ricca presenza di segnaletica aiuterà l’escursionista. Alla malga di Pontogna a quota 1.384 m, sono presenti ancora cartelli e ci si potrà immettere sul sentiero 325 che porta in cima. Sul monte Guglielmo si svolge la gara di trail, il Giro delle Creste anche grazie a questa manifestazione, i sentieri sono ben mappati e facili da identificare.

Dove soggiornare e rifocillarsi

Anche se in cima non sono presenti dei punti di ristoro per accogliere gli escursionisti, è possibile trovare dei rifugi lungo il percorso prima di arrivare in vetta. Il rifugio Valtrompia e quello di Almici sono aperti da maggio a ottobre, gestiti da privati offrono da mangiare e dormire ai viandanti. Si trovano sul pendio, chiaramente non in cima, ma offrono comunque una vista mozzafiato sulla valle e il lago sottostante. Nei pressi di Zone, a valle, si trova il rifugio Croce di Marone meta molto apprezzata dai locali per l’ambiente accogliente e la cucina tipica, deliziosa.

 

 

 

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