Trekking alle cascate del Dardagna: cosa c’è da sapere

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Tra i luoghi italiani più suggestivi ci sono sicuramente le cascate del Dardagna. Se avete intenzione di partire per un’escursione, scopriamo come prepararsi in anticipo.

 

Non sempre i luoghi più particolari che vanta la nostra penisola sono adatti a essere visitati da tutti. Le cascate del Dardagna sono però diverse: un luogo suggestivo, naturale e fantastico che si trova proprio sull’Appennino tosco-emiliano. Ma come per qualsiasi ambiente simile, anche per questo è importante prepararsi in anticipo con cuore, testa e strumenti, affinché l’esperienza sia più sicura e coinvolgente possibile.

Insomma, improvvisarsi scalatori o esperti di percorsi e itinerari del genere non è possibile, anche se si tratta di un luogo alla portata di tutti. Non dovete preoccuparvi se non sapete nemmeno da dove iniziare, perché nelle prossime righe vi daremo tutte le indicazioni principali per poter affrontare questo trekking del Corno alle scale.

 

Itinerario

Forse, una delle domande principali che si pone chi ha intenzione di fare un salto al Parco Corno alle scale è proprio: “ma qual è il percorso da seguire?”. La risposta è piuttosto semplice, anche perché, una volta giunti lì, avrete a disposizione l’opportunità di usufruire di una guida. In ogni caso, l’itinerario parte da Madonna dell’Acero, più precisamente dal santuario che si trova a circa 1064 metri di altezza. Una zona molto particolare, situata al confine tra Emilia-Romagna e Toscana: per raggiungerla dovrete superare i paesini Lizzano in Belvedere e Vidiciatico.

Un’accortezza: la strada è piena di tornanti che passano in mezzo al bosco, perciò dovrete mantenere una velocità moderata e fare attenzione. La vista, già durante la guida è mozzafiato: suggestive costruzioni in pietra si stagliano su un antico acero, che si trova al Santuario Madonna dell’Acero. Una volta arrivati è il momento di parcheggiare, ma soprattutto di visitare questo luogo così silenzioso che sfugge alle leggi del tempo.

Dopo aver reso omaggio e goduto della presenza sacra di questo ambiente naturale, non resta che incamminarsi verso le cascate. Sulla strada dovrete trovare il segnavia chiamato “CAI 331A”, sempre nei pressi del santuario e del parcheggio. Percorrendo la strada a piedi passerete tra località suggestive, boschi pittoreschi di abeti e faggi, fino ad arrivare a Rio Cavo, dove vi attende un ponticello in legno.

Già da questo punto riuscirete a sentire i primi rumori dell’acqua scrosciante, ma anche la fresca aria tipica di questa foresta. Queste cascate vicino Bologna sono una vera manna dal cielo per quanti desiderano ritrovare il contatto con la natura. Da lontano potrete ammirare con facilità i salti d’acqua e la folta vegetazione circostante: il torrente che nasce intorno ai 1945 metri, scende giù velocemente, precipitando a valle. Anche se potrebbe sembrare strano, si potranno vedere diverse famiglie di pesci: dal vairone alla trota fario, e molti altri.

Nell’itinerario, però, non fermatevi troppo in questo punto se avete intenzione di visitare tutto ciò che è disponibile, perché questa piccola cascata è solo una di sette presenti lungo il cammino. Quindi, procedete con il sentiero in salita, munito di scale e protezioni in legno, per raggiungere la sommità. Qui avrete l’occasione di pranzare e riposarvi, facendo sempre attenzione a non inquinare o rovinare i boschi circostanti: Lizzano in Belvedere, cascate e animali vi ringrazieranno!

In breve tempo, una volta ripreso il cammino, vi troverete di fronte un bivio: scegliete il sentiero a sinistra, chiamato 337, per riuscire a raggiungere la meta più alta del percorso.

Ecco arrivati finalmente a un lago piuttosto vasto, a quota 1424 metri: un luogo suggestivo e artificiale, che oltre a raccogliere le acque del circolo glaciale, è dimore della famosa rana temporaria. Qui avrete l’opportunità di riposarvi al rifugio Cavone, dove potrete degustare anche qualche pietanza calda preparata con ingredienti di stagione.

Le calorie introdotte vi serviranno per affrontare con tutta l’energia possibile l’ultimo tratto di strada di questo itinerario. Nonostante sia realizzato ad anello, perfetto per tutti i visitatori, è normale se non riuscite a terminarlo in tempo. Infatti, tutto l’itinerario ha una durata di circa 2/3 ore, con difficoltà facile e con un dislivello in salita di 1050 m e in discesa di 1300 m.

Dopo esservi riposati, potrete scendere seguendo la strada asfaltata, fino a giungere al punto di partenza.

 

Cosa portare con sé

Sebbene sia un percorso davvero alla portata di tutti, è comunque fondamentale avere alcune accortezze. Dall’abbigliamento agli strumenti: tutto può tornare utile in caso di difficoltà, o di freddo estremo. Bisogna ricordarsi che ci si trova a un’altezza maggiore rispetto al livello del mare, siamo praticamente sull’appennino toscoemiliano, quindi non è difficile che in inverno si trovi molta neve sulla Madonna del Corno.

A tal proposito, pensiamo che tra tutti gli strumenti più utili che potete mettere in borsa, c’è senz’altro un kit del pronto soccorso. In più, anche uno dei migliori tostapane (esistono anche soluzioni portatili) potrebbe essere fondamentale, soprattutto quando vi fermate per riposarvi e volete sgranocchiare qualcosa. Non da meno, un abbigliamento tecnico vi proteggerà dal freddo, permettendovi di arrampicarvi in sicurezza e senza scivolare in prossimità delle cascate.

Il Parco Corno alle Scale è sicuramente reso a norma di Legge, ma prevenire è sempre meglio che curare: ricordiamocelo! A tal proposito, potrebbe risultare fondamentale anche portare con sé un GPS da trekking, così eviterete di perdervi durante l’itinerario. Non dimenticatevi anche la vostra macchina fotografica per realizzare istantanee che potrete custodire in un album.

Fare una gita fuori porta alle cascate vicino Bologna non è solo un momento per rilassarsi e immergersi nella natura, ma anche per divertirsi e scoprire nuovi animali, insetti e alberi.

Prendete questo breve trekking come un’opportunità di arricchire anche il vostro bagaglio culturale: chiedere l’aiuto di una guida potrebbe rivelarsi davvero utile!

 

 

 

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