Il Giro Classico del Monviso è un emozionante percorso di trekking in alta montagna che, grazie ai suoi dislivelli moderati, offre un’esperienza unica e sorprendente a tutti gli escursionisti che vogliono vivere tre giorni a stretto contatto con la natura. Ecco le tappe principali del percorso e gli itinerari di accesso ai Rifugi più belli della zona.
Con i suoi 2.062 metri di altezza, il Monviso – noto anche come Re di Pietra o Monte Viso – è la vetta più alta delle Alpi Cozie, ben visibile da ogni punto della pianura grazie alla sua caratteristica forma a piramide che domina i picchi circostanti. Famoso anche per la sorgente del fiume Po, il corso d’acqua più lungo della nostra penisola, nel 2013 è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco come riserva di biosfera transfrontaliera. Insomma, una cima spettacolare e unica nel suo genere che saprà regalare un’esperienza indimenticabile a chiunque voglia cimentarsi nel celebre Giro Classico del Monviso, un percorso di trekking della durata di tre giorni, realizzato in collaborazione con il Parco Naturale del Monviso.
Prima, però, di descrivervi le varie tappe dell’itinerario è bene fare alcune premesse: innanzitutto, chi non ha mai fatto un’escursione di più giorni dovrebbe scegliere attentamente l’attrezzatura da inserire nel proprio zaino, evitando pesi superflui per non ritrovarsi con gambe e braccia doloranti già dopo poche ore di cammino.
Per affrontare al meglio le notti all’aria aperta, conviene attrezzarsi con una tenda da campeggio di facile installazione e un buon materassino autogonfiante, mentre per avere una maggiore libertà di movimento durante l’itinerario è opportuno inserire nella borsa solo i cambi di abbigliamento strettamente necessari.
Per quanto riguarda i rifugi del Monviso, oltre a quelli più rinomati e frequentati dai turisti, ce ne sono anche alcuni più piccoli e poco conosciuti che permettono di trascorrere ore piacevoli in un ambiente intimo e accogliente tra una tappa e l’altra.
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Storia e caratteristiche del percorso
Il trekking del Monviso – o più comunemente Giro del Monviso – merita sicuramente l’attenzione degli escursionisti, che prima intraprendere il percorso di tre giorni per salire in cima al Re di Pietra, potranno soggiornare nelle pianure o le basse valli ai piedi della montagna. Tra le attrazioni da non perdere citiamo Saluzzo, il castello FAI di Manta, l’abbazia di Santa Maria di Staffarda e la Bella del Marchesato, che meritano certamente una visita.
Il primo tour del Monviso fu intrapreso dal docente inglese James David Forbes nel 1839, che attraversò il Colle delle Traversette, il Colle di Viso, il Passo delle Sagnette e il Colle di Vallanta, cimentandosi in un percorso molto simile all’itinerario attuale. Quindici anni più tardi, informazioni più dettagliate sul giro del Gigante delle Cozie furono fornite dalle esplorazioni compiute dagli alpinisti inglesi William Mathews e William Jacomb, che salirono per la prima volta in cima alla montagna. Poi, venne il turno degli italiani che nell’agosto del 1863, guidati dall’allora Ministro del Regno d’Italia Quintino Sella, arrivarono sulla vetta con una prima cordata interamente italiana, a cui fu dedicato il Rifugio Alpetto.
Nel XIX secolo, a causa della mancanza di luoghi di sosta, il Giro del Monviso veniva effettuato in una sola giornata attraversando il Passo delle Sagnette per raggiungere la Valle Varaita, con una durata complessiva di circa dodici ore. Con la successiva apertura di numerosi punti di appoggio lungo il percorso, il trekking ad anello di 3-4 giorni sul Monviso è diventato un “classico” dell’escursionismo, rappresentando oggi uno dei percorsi in alta quota più conosciuti e spettacolari dell’Europa.
Cosa si può ammirare lungo il tragitto
Il giro in più tappe attorno al Re di Pietra offre la possibilità di ammirare paesaggi unici nel loro genere e attraversare due parchi naturali protetti, che trovano nelle imponenti pareti rocciose del massiccio e nelle acque cristalline dei laghi del Monviso una cornice idilliaca. Lungo il cammino si potranno apprezzare gli affascinanti profili dei pini cembri del Bosco de l’Alevé e il celebre Buco di Viso, una galleria lunga circa settantacinque metri interamente scavata nella roccia, che collega l’Italia con la Francia unendo i comuni di Crissolo e Ristolas.
Il Giro del Re richiede, in genere, tre-quattro giorni di cammino partendo da una delle valli italiane (Valle Varaita o Valle Po) oppure dalla Valle del Guil in Francia. Tutti i sentieri di cui si compone il percorso sono classificati dal CAI come di livello “E” (itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche), fatta eccezione per il Sentiero del Postino e il tratto che da Pian Mait porta a Colle Armoine, consigliati agli escursionisti esperti (EE).
Itinerari e tappe principali
L’itinerario che permette di effettuare il Giro Classico del Monviso è suddiviso sostanzialmente in quattro tappe, con partenza da Pian Regina o Valle Po, ma volendo si possono effettuare anche delle piccole deviazioni per percorrere il Sentiero del Postino, passando attraverso il Bosco de l’Alevé.
Tappa 1
Partendo da Pian della Regina, si procede in discesa lungo una vecchia mulattiera che conduce a un piccolo convento diroccato in direzione Pian Fiorenza. Dopo una doverosa visita alle sorgenti del Po per assaporare l’acqua del Monviso, si prosegue lungo il sentiero sul versante sinistro della valle per il raggiungere il Lago Superiore e il rifugio Giacoletti al Pian del Re, da dove si potrà godere di una splendida vista sul Queyras e sull’alta Valle Po.
A questo punto la strada è quasi tutta in discesa, raggiungendo in poco meno di due ore di cammino il buco del viso e il Refuge du Viso (2.460 m).
Tappa 2
Durante il secondo giorno di trekking si parte dal Refuge du Viso e si attraversa il torrente Guil alla volta del Lago Lestio (2.510 m), situato in una conca naturale sormontata dalla cresta di Punta Roma. Costeggiando la sponda orientale del lago, si imbocca un sentiero in leggera salita che permette di attraversare il Passo di Vallanta per raggiungere, in un’ora e mezza di cammino, la cima del Monte Losetta, un affascinante belvedere che offre una vista mozzafiato sul vallone di Vallanta con il suo pittoresco rifugio, facilmente raggiungibile scendendo sul sentiero principale.
Tappa 3
Dal Rifugio Vallanta si prende il sentiero che attraversa Pian Para (2.350 m) e porta alla Grangia del Rio, da dove in meno mezz’ora si può raggiungere il bivio per il Passo di San Chiaffredo. Percorrendo la mulattiera che scende a Pontechianale si attraversa per un breve tratto il Bosco de l’Alevé e si arriva prima al Rifugio Bagnour, caratterizzato da vaste pietraie e piccoli specchi d’acqua molto caratteristici (tra cui il Lago delle Sagnette), e dopo un ultimo tratto in salita, il rifugio Quintino Sella.
Tappa 4
L’ultima tappa, che parte dal Rifugio Sella (o anche dal vicino Rifugio Alpetta), permette di raggiungere il Lago della Pellegrina percorrendo a ritroso una parte del tragitto affrontato il giorno precedente. Arrivati al bivio nei pressi delle sorgenti del Rio Alpetto, bisogna prendere il sentiero a destra che conduce al Colle del Viso.
Costeggiando le pendici occidentali della Rocca Trunè, si scorge in lontananza lo splendido Lago Fiorenza, facilmente raggiungibile mediante un percorso in discesa. Da qui si potrà imboccare il sentiero in corrispondenza dell’emissario per ritornare al pianoro di Pian del Re. Chi, invece, ha scelto come punto di partenza Pian Regina, può utilizzare la mulattiera percorsa durante la prima tappa in modo da completare l’anello intorno al Monviso.
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2 COMMENTI
April 24, 2022 at 6:47 pm
Salve ,
Vorrei avere maggiori informazioni ovvero vorrei sapere che livello di difficoltà e il percorso è quanti sono i km di distanza da rifugio a rifugio.
Inoltre se possibile vorrei sapere se è possibile dormire e mangiare nei rifugio.
Grazie infinite
Raspunde
April 28, 2022 at 2:11 pm
Salve Serena,
le quattro tappe di cui parliamo nell’articolo hanno mediamente una lunghezza tra i 6 e i 7 km ciascuna, poi ovviamente dipende dalle eventuali deviazioni che vuoi fare. Tutti i sentieri dei vari percorsi sono classificati dal CAI livello “E” (quindi escursionistici e privi di difficoltà tecniche, il che non vuol dire che non siano comunque impegnativi e necessitino di un minimo di allenamento e resistennza fisica). Fanno eccezione il Sentiero del Postino e il tratto che da Pian Mait porta a Colle Armoine, classificati di livello “EE” e consigliati agli escursionisti esperti. In linea di massima in tutti i rifugi è possibile mangiare e spesso anche dormire. Per farti un’idea dai un’occhiata al sito internet del Rifugio Giacoletti: https://www.giacoletti.it/rifugio-giacoletti/tariffe/
Saluti
Team 2N
Raspunde