Cinque cose da sapere sul monte Disgrazia

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Nonostante il nome possa incutere timore, in realtà il Monte Disgrazie è una delle vette più belle delle Alpi Retiche occidentali, situate nella provincia di Sondrio. Elegante e imponente con i suoi 3.678 metri di altezza, propone un suggestivo itinerario escursionistico di cinque giorni tutto da scoprire.

 

Tra la Valmalenco e la Val Masino, a un’altitudine di 3.678 metri sopra il livello del mare, si erge una delle vette più popolari del gruppo delle Alpi Retiche, sul cui versante nord corre un itinerario escursionistico che permette di ammirare le sue suggestive pareti ghiacciate, che fanno da sfondo a scenari naturalistici di straordinaria bellezza.

Oltre alla neve e alla lunga cresta della montagna, la sagoma imponente del Monte Disgrazia racconta la storia dell’affascinante ghiacciaio del Ventina, un’incantevole perla bianca incorniciata tra i profili del Monte Cassandra e dell’Alta Via della Valmalenco, da dove sarà possibile ammirare una delle più belle zone alpine dell’Italia.

Certo, il nome non è dei più allettanti per chi vuole avventurarsi su questa montagna per godere delle bellezze del territorio, ma d’altronde è risaputo che l’abito non fa il monaco! L’escursione completa richiede dai tre ai cinque giorni a seconda della propria preparazione fisica e dell’itinerario scelto, ma è fattibile tranquillamente anche in una sola giornata risalendo la Valle di Preda Rossa fino al rifugio Ponti.

Prima di partire, però, ricordatevi di indossare le vostre scarpe Salomon e di controllare il meteo, soprattutto se volete percorrere la breve salita sul ghiacciaio del passo di Zocca, che richiede un equipaggiamento specifico con tutte le attrezzature del caso.

Primo giorno: dalla Piana di Preda Rossa al Rifugio Ponti

Partenza: Valle di Preda Rossa

Arrivo: Rifugio Ponti (2580 m)

Dislivello: 1.000 m

Durata: 4 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

Dal parcheggio di Preda Rossa si attraversa un tracciato escursionistico ben segnalato che procede lungo il fianco destro della valle verso nord-est, attraversando il sentiero di fondovalle che risale verso la cima del Monte Disgrazia. Dopo aver percorso un breve tratto in salita, si potrà percorrere un pianoro ricco di boschi e verdi prati che, a stagione avanzata, vengono ricoperti da un fitto nevaio bianco.

Man mano che ci si avvicina alla cresta della montagna, la neve si trasforma gradualmente in ghiaccio svelando un coriaceo serpentino che emerge con fiera austerità tra gli imponenti blocchi di granito, permettendo di proseguire lungo il dosso roccioso che conduce al rifugio Ponti.

 

Secondo giorno: dal Rifugio Ponti alla cima del Monte Disgrazia

Partenza: Rifugio Ponti

Arrivo: Rifugio Ventina (1965 m)

Dislivello: 1.100 m

Durata: 10 h

Difficoltà: EE (escursionisti esperti)

                EEA (escursionisti esperti con attrezzatura alpinistica) per percorrere il ghiacciaio

Partendo dal Rifugio Ponti si possono intraprendere diversi sentieri (come quello che conduce all’Alta Via della Valmalenco e permette di raggiungere la Valle del Ventina costeggiando il Lago Pirola), per arrivare in appena un paio d’ore di cammino – contando anche un’ultima ripida salita – alla bocca del ghiacciaio situato tra Pizzo Cassandra e il Monte Disgrazia.

Dal momento che nell’ultimo tratto la pendenza diventa significativa, sono consigliabili i ramponi e l’assistenza di una guida esperta, specialmente se ci si vuole addentrare sul ghiacciaio per godere della splendida vista sul Disgrazia e sui Corni Bruciati.

Percorrendo il Sentiero Roma, la più antica e famosa “alta via” delle Alpi Centrali, si potrà attraversare un pianoro, quasi sempre ricoperto da un fitto nevaio, prima di raggiungere l’ultima faticosa salita per la corda molla del Disgrazia, una delle più belle creste di montagna dell’arco alpino.

Prima di arrivare in cima, si attraversa un ampio campo costituito da massi e lastre di granito dove si trova l’antico rifugio Desio (m. 2836), poi proseguendo verso Val Torreggio (Val del Turéc’) si potrà costeggiare la valle Airale per ammirare i suoi suggestivi boschi di latifoglie, interrotti ogni tanto da prati verdi e piccole costruzioni montane in pietra.

Seguendo il fondovalle, si supera un’incantevole piana di larici che apre la strada a un piccolo ponte in legno sul torrente Torreggio e anticipa la prima tappa dell’escursione al rifugio Bosio. Da qui, si potrà proseguire verso i rifugi Gerli-Porro e Ventina seguendo il sentiero che attraversa l’alpe Lago e prosegue sul fianco occidentale della Valmalenco.

Una volta arrivati in cima si potrà procedere verso il versante ovest del Disgrazia e, dopo aver percorso un breve tratto nevoso che costeggia un’imponente colonna in ferro dell’IGM, si arriva infine sulla vetta che divide la Valmalenco dalla Val Masino.

Lo scenario che si apre agli occhi degli escursionisti è a dir poco straordinario: alpeggi verdi e rigogliosi, ghiacciai, creste di roccia dai colori vivaci, gole profonde e altri scorci imperdibili per chi ama le bellezze della natura.

 

Itinerari alternativi

Come già anticipato, il Monte Disgrazia domina quasi tutta la Valtellina e offre infinite possibilità a tutti gli amanti dell’escursionismo che vogliono intraprendere un entusiasmante viaggio alla scoperta delle meraviglie del territorio.

Oltre agli itinerari che vi abbiamo illustrato, si possono percorrere anche altri sentieri di montagna che permettono di raggiungere la cima del monte, come la via normale di Pizzo Badile nel gruppo Masino che da Morbegno oltrepassa Talamona e raggiunge il panoramico Rifugio Gianetti (2.534 m) situato alle pendici dell’incantevole Punta S. Anna.

In alternativa, c’è un ripido ma altrettanto panoramico sentiero che percorre la via normale della Bernina, la cima più alta delle Alpi Retiche orientali situata al confine tra la Svizzera e l’Italia.

Partendo dal rifugio De Marchi, si prende un percorso in salita che risale la costa boscosa fino a entrare nel pianoro tra il Sasso Moro e il Monte delle Forbici. Da qui, si potrà raggiungere facilmente il rifugio Carate attraversando un breve tratto roccioso da dove si ha una bella visuale sul gruppo Bernina-Scerscen-Roseg, oppure proseguire sulla sinistra per raggiungere un piccolo laghetto morenico sulle cui sponde sorge il rifugio Marinelli.

Poi, volgendo a destra, ci si stacca gradualmente dal fianco della valle per risalire verso nord sulle pendici della bastionata rocciosa di Pizzo Argent, oltrepassando Cresta Guzza fino ad arrivare alla vetta della Spalla del Bernina (4.021 m).

Infine, restando sempre nel gruppo Masino, si può anche percorrere la via normale di Pizzo Cengalo, che oltre alla suggestività dei panorami offerti dalle Alpi Retiche, offre la possibilità di fare una breve sosta rilassante in uno dei tanti stabilimenti termali dislocati lungo il percorso.

 

 

 

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