Il morso di vipera, oltre a essere molto doloroso, può comportare effetti indesiderati gravi (e spesso anche letali), come emorragie, ipotensione, tachicardia sinusale e convulsioni. Ecco come riconoscerlo e cosa fare davanti a questa emergenza.
Nelle zone rurali e in montagna, ma anche nei prati e nei giardini, può capitare di imbattersi in diversi tipi di serpenti che, normalmente, fuggono via al nostro passaggio. Questi rettili squamati, in effetti, attaccano l’uomo solo se si sentono minacciati o non hanno la possibilità di scappare. In Italia gli unici serpenti velenosi sono le vipere e, sebbene l’incidenza annuale di morsicature sia molto bassa e i decessi minimi, è comunque opportuno sapere cosa fare qualora si venga morsi da questo rettile diffuso in tutta la nostra penisola.
Nel post di oggi vi spieghiamo come riconoscere una vipera velenosa, in quali luoghi si rischia di incontrarla e come comportarsi in caso di morso.
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Come riconoscere una vipera
Esclusa la Sardegna, le specie di vipere presenti un po’ ovunque in Italia sono quattro:
– Vipera Aspis (o vipera comune), che è a più diffusa e provoca il maggior numero di casi di avvelenamenti;
– la Vipera Berus, diffusa principalmente sull’arco Alpino è prima in Europa per morsicature;
– la Vipera Ammodytes (o vipera dal corno), distribuita sulle Alpi orientali, nei Balcani e nell’Anti Caucaso;
– la Vipera Ursinii, presente sul Gran Sasso e sui Monti Sibillini.
Come dicevamo, il morso di vipera è un evento abbastanza raro poiché si tratta di un animale molto schivo che non va in cerca di guai. Inoltre, anche nel caso in cui si venga morsi, non è detto che il rettile abbia inoculato il veleno.
Riconoscere una vipera è piuttosto facile perché a differenza di altri serpenti, come la biscia, la Natrice dal collare (Natrix natrix) e il biacco, che hanno in genere un cranio di forma ovoidale, presenta una testa triangolare e un corpo piuttosto tozzo che non supera il metro di lunghezza, rimanendo sui 75-80 cm al massimo.
Per inoculare il veleno utilizza delle lunghe zanne mobili canalicolate, mentre gli occhi presentano pupille verticali simili a quelle dei felini.
Altre caratteristiche che aiutano a distinguere una vipera italiana da un colubride innocuo presente nello stesso habitat sono il colore grigio-marrone (a volte tendente al rossastro o al giallo), la striscia a zig-zag sul dorso e la coda che finisce bruscamente dopo il corpo cilindrico.
Come si presenta il morso di vipera e quali sono i sintomi dell’avvelenamento
A dispetto di quanto si possa pensare, la vipera non è il serpente più velenoso al mondo poiché il suo veleno è costituito da un’elevata percentuale d’acqua, alcune albumine ad alta tossicità e altre proteine enzimatiche che agiscono sulla coagulazione del sangue, sui tessuti e – a volte – sul sistema nervoso.
Inoltre, dal momento che le molecole del veleno sono molto grandi, difficilmente passano dai tessuti ai capillari sanguigni, quindi entrano in circolo solo attraverso il sistema linfatico. Proprio per questo motivo è importante non incidere la ferita per evitare di aprire vene e capillari che potrebbero fare da porta al veleno.
Il morso di solito lascia due fori di piccolo diametro distanziati di circa un centimetro l’uno dall’altro, accompagnati da segni di flogosi (dolore, calore, gonfiore e rossore) che in genere compaiono nell’arco di due ore.
Dopo circa sei ore la zona tende a gonfiarsi lentamente fino a diventare dura, dolente, fredda e bluastra, mentre nel giro di 12-24 ore iniziano a comparire chiazze cianotiche e ischemiche, vescicole e linfangite.
Successivamente possono verificarsi emorragie, trombosi, tachicardia, vomito, ipotensione, febbre alta, nausea, crisi respiratorie, convulsioni e raramente arresto cardiaco (in genere negli anziani con patologie pregresse).
Cosa fare se si viene morsi da una vipera
Anche se il morso delle vipere italiane di norma non è letale, può comunque comportare gravi complicazioni che richiedono un trattamento adeguato, soprattutto se si tratta di bambini piccoli e anziani con malattie croniche o debilitanti.
Ma cosa fare in caso di morso di vipera? Innanzitutto non agitatevi, non fatevi prendere dal panico e soprattutto non muovete la zona interessata dal morso perché i movimenti dei muscoli faciliterebbero la diffusione del veleno nell’organismo.
Pertanto, la prima cosa da fare dopo il morso è sdraiarsi supini e chiamare i soccorsi, dopodiché è opportuno lavare la ferita con abbondante acqua fresca e fasciare la zona con una garza sterile, prestando attenzione a non stringere troppo.
L’antidoto più efficace in questi casi è il siero antivipera ma, dal momento che il suo utilizzo può comportare gravi effetti collaterali (come lo shock anafilattico), su decisione del Ministero della Salute, dal 2003 è stato classificato come farmaco ospedaliero.
Pertanto, non si può più acquistare in farmacia né trasportato nei tradizionali kit di sopravvivenza per l’escursionismo perché va conservato a una temperatura di 4°C
Le cose da non fare, invece, sono esattamente quelle che si vedono nei film, quindi: evitare di succhiare il veleno, non incidere la ferita, non stringere l’arto con cinghie o lacci emostatici, non lavare il morso con alcol o altre sostanze irritanti ed evitare l’applicazione di ghiaccio perché controindicato per questo tipo di morso.
Come evitare i morsi di vipera
Come facile intuire, durante le escursioni e le passeggiate in montagna è facile imbattersi in una vipera velenosa quando si cammina o ci si siede su sassi, pietraie e muretti esposti al sole, quindi fate sempre molta attenzione a dove mettete le mani e dove vi sedete.
Ugualmente importante è indossare scarponi da montagna che abbiano un’altezza tale da coprire anche la caviglia, calzini spessi fino al ginocchio e pantaloni lunghi (anche in estate, preferendo un tessuto leggero) che aiutano a ridurre la profondità del morso. Altra raccomandazione consiste nel battere la terra con un bastone in modo che le vibrazioni facciano allontanare i serpenti.
Infine, dal momento che le vipere si nascondono spesso e volentieri sotto pietre e foglie, quando si va a funghi è buona norma prestare la massima attenzione quando si infilano le mani nei cespugli o nell’erba alta ed evitare di abbandonare indumenti, giacche e maglioni per terra.
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