La Necropoli di Pantalica è una vasta e suggestiva area archeologico-naturalistica, situata in provincia di Siracusa, che comprende oltre 5.000 tombe scavate nella roccia. L’itinerario escursionistico che vi proponiamo oggi ci riporta indietro nel tempo, esplorando una zona incontaminata che custodisce al suo interno le tracce del più antico insediamento preistorico della Sicilia Orientale.
Pantalica è un’area naturalistico-archeologica protetta della provincia di Siracusa, al cui interno sorge una delle più vaste e famose necropoli della nostra Penisola, insignita nel 2005 del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per l’elevato valore archeologico, storico, speleologico e paesaggistico.
Per comprendere le origini di questo immenso patrimonio storico-culturale bisogna andare molto indietro nel tempo, ancora prima dell’Età del Bronzo (II millennio a.C.) e del Ferro (I Millennio a.C.), quando la Sicilia sud-orientale era abitata da popolazioni diverse, anche se non mancano alcune testimonianze di arte rupestre che risalgono addirittura al Paleolitico, con i primi insediamenti dell’Homo Sapiens.
Qui di seguito vi proponiamo un affascinante itinerario escursionistico alla scoperta di uno dei siti Unesco italiani più suggestivi e spettacolari al mondo.
La storia
La Necropoli di Pantalica, situata tra i comuni di Sortino e Ferla nel siracusano, è un sito archeologico siciliano risalente alla prima metà del XIII secolo a.C. e costituito da oltre 5.000 tombe scavate nella roccia, che testimoniano il più antico e importante insediamento preistorico della Sicilia Orientale.
Il sito di Pantalica sorge su un altopiano circondato da imponenti canyon scavati dai fiumi Anapo e Calcinara nel corso dei secoli, in un’area abitata dai Greci fino al VIII secolo, periodo in cui la civiltà dei siculi fu sottomessa e si mescolò a quella ellenica, per poi scomparire definitivamente nel IV secolo a.C.
Le ere geologiche risalenti a questo periodo storico della Sicilia vengono divise in quattro fasi distinte, che prendono il nome proprio dai siti archeologici più caratteristici dell’epoca:
• Pantalica Nord (XIII-XI secolo a.C.), di forte influenza micenea e testimoniata dalla necropoli Nord-Ovest situata nel cuore degli Iblei, con numerosi ritrovamenti di reperti in bronzo;
• Cassibile (XI – IX secolo a.C.), che prende il nome dall’omonimo borgo siracusano, dove sono state rinvenute alcune tombe tipiche dell’epoca (delle particolari stanze rotonde disposte attorno a un ingresso comune), al cui interno erano conservati degli oggetti di culto in ceramica simili a quelli delle isole Eolie;
• Pantalica Sud (IX – VIII secolo a.C.), periodo in cui i popoli tornarono di nuovo ad abitare l’area dei Monti Iblei dopo un lungo periodo di assenza, come confermano le numerose caverne artificiali scavate nei fianchi meridionali della collina;
• Finocchito (VIII – VII secolo a.C.), ossia la fase successiva all’arrivo dei Greci che trova la sua massima espressione nel Sito archeologico di Finocchito – a pochi chilometri a sud-ovest dalla città di Avola – caratterizzato da imponenti fortificazioni in pietra e pittoresche necropoli a grotticella.
Le necropoli
I reperti archeologici ritrovati a partire dal 1899 sono per la maggior parte oggetti di uso quotidiano e corredi sepolcrali che descrivono le usanze e i costumi della civiltà di Pantalica diffusasi in diverse zone e isole della Sicilia, molti dei quali sono oggi conservati nel Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa, che prende il nome proprio dall’archeologo che ha scoperto la necropoli.
Le tombe più antiche risalgono al XIII secolo a.C. e sono situate nella zona nord-ovest del sito, mentre l’area più ampia e fitta è quella a Nord, con costruzioni edificate a partire dal XI secolo a.C.
Sul versante sud-ovest troviamo la cosiddetta necropoli di Filiporto, costituita da un migliaio di tombe che si estendono sulle pendici e nella valle dell’Anapo, risalenti alla terza fase della città (IX – VIII secolo a.C.).
Contemporanea a questo periodo vi è, poi, la necropoli della Cavetta con una forte presenza di edifici e cimeli bizantini, mentre la necropoli di San Martino è l’unica che comprende sia tombe a thοlos risalenti alla tarda Età del Bronzo sia catacombe Bizantine del IV-V secolo d.C., tra cui la Grotta di Sant’Anna e l’Ipogeo di Dionisio.
In uno dei punti più alti del sito troviamo la cosiddetta acropoli di Pantalica, in cui è possibile ammirare l’unica costruzione in pietra dell’area, nota come Anaktoron o “palazzo del principe“, costruita tra il XII e il XI secolo a.C., prendendo come fonte di ispirazione uno stile di influenza micenea.
Come raggiungere la Necropoli di Pantalica
La Necropoli di Pantalica, oltre a essere una delle più antiche forme dell’architettura funeraria rupestre italiana, è la meta ideale per gli amanti delle escursioni che vogliono vivere un’esperienza capace di unire storia, arte e natura.
Per raggiungere il sito archeologico si può partire sia da Ferla sia da Sortino: il primo percorso è abbastanza breve e attraversa la Sella di Filiporto, dove si incontrano le prime necropoli con una superba vista della Valle dell’Anapo dall’alto a fare da sfondo. Dai due paesi si può anche percorrere il tracciato dell’antica ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini, che porta alla Valle dell’Anapo attraversando vecchie gallerie e cave dismesse.
Partendo da Sortino il sentiero è leggermente più lungo e impegnativo, ma merita di essere intrapreso per le straordinarie bellezze naturalistiche che si incontrano lungo l’itinerario, magari armati di bastoni da trekking e zaino porta bimbo se si vuole affrontare l’escursione con bambini piccoli al seguito.
Il sentiero si snoda tra canyon e pareti a strapiombo, raggiungendo in discesa il Torrente Calcinara e in risalita il lato nord della Necropoli, dove una capatina alla suggestiva grotta dei pipistrelli sarà d’obbligo prima di visitare i resti dell’antico Palazzo del Principe.
Durante la camminata si potranno ammirare alcune chiese bizantine, come quelle di San Nicolicchio e San Micidiario, al cui interno possiamo ancora osservare alcune tracce di affreschi che si trovavano in origine sulle pareti delle navate laterali.
La bellezza paesaggistica di Pantalica è dovuta anche agli spettacolari scorci naturali con laghi, montagne e coste marittime che si incontrano lungo il tragitto: un’oasi incontaminata dove trovano ospitalità alcuni bellissimi esempi della flora locale (platani, oleandri, anemoni, carrubi e orchidee) e diverse specie animali, come il Merlo Acquaiolo, il Falco Pellegrino e la Volpe Rossa siciliana (Vulpes vulpes), l’unico predatore all’apice della catena alimentare rimasto in Sicilia, dopo l’Aquila Reale da cui viene raramente predata.
I periodi migliori per visitare la spettacolare Necropoli Rupestre di Pantalica sono la primavera e l’inizio dell’autunno, quando le temperature sono più miti ed è piacevole passeggiare al sole.
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